Ma,
cos’è la malattia ?
E cosa sono la malinconia, la tristezza o la
disperazione di vivere ?
In
medicina, ed anche nel linguaggio corrente si parla delle più
diverse malattie.
Ma malattia e salute sono concetti al singolare, in quanto
si riferiscono ad una condizione dell’uomo e non, come
invece si usa dire, a organi o parti del corpo.
Il corpo non è mai malato o sano, perché in lui si
esprimono semplicemente le informazioni della coscienza.
Il corpo, di sua iniziativa, non fa nulla; esprime invece i
messaggi e le informazioni della coscienza.
Il corpo di un uomo vivo deve la sua funzionalità proprio a
quelle due istanze immateriali che noi in genere chiamiamo COSCIENZA
(anima) e VITA (spirito).
La coscienza rappresenta l’informazione che si manifesta
nel corpo e viene resa in questo modo visibile.
La coscienza si comporta nei confronti del corpo come un
programma radiofonico nei confronti di chi lo capta.
Poiché la
coscienza costituisce una qualità non materiale, autonoma,
non è un prodotto del corpo e non dipende dalla sua
esistenza.
Quando il polso ed il cuore segnano un determinato ritmo, la
temperatura corporea mantiene un certo calore, le ghiandole
secernono ormoni ecc.; queste funzioni non prendono certo le
mosse dalla materia, ma dipendono tutte da una
corrispondente informazione che a sua volte muove dalla
coscienza.
Quando le varie funzioni del corpo interagiscono in un
determinato modo, si crea un modello che noi sentiamo
armonico e che perciò chiamiamo salute.
Se una funzione esce dai binari, mette più o meno in
pericolo tutta l’armonia e noi parliamo allora di
malattia. Se una persona nella sua coscienza viene a mancare
di equilibrio, questa situazione diviene visibile e
sperimentabile nel corpo.
E’
solo l’uomo, quindi, che può essere definito ammalato, e
non il corpo che diviene sede della manifestazione del male
sotto forma del sintomo.
Per
chiarire: nelle tragedie in teatro, non è il palcoscenico
ad essere tragico, ma il pezzo teatrale.
Per moltissime persone è talmente radicata
l’abitudine di ricorrere ai farmaci, ai medici, agli
"altri" in caso di dolore e malessere, da non
riuscire proprio a concepire l’idea di essere i soli e
unici responsabili della propria salute o malattia.
Se il corpo di una persona manifesta un sintomo,
questo attira su di sé l’attenzione.
E’ un segnale che calamita attenzione, interesse ed
energia, mettendo in discussione tutta la normale esistenza.
Un sintomo, infatti, esige da noi ATTENZIONE, che lo
vogliamo o no; e questa interruzione al normale tran-tran
che sembra provenire dall’esterno la percepiamo come un
disturbo, che naturalmente vogliamo eliminare.
Non
vogliamo disturbi, e così inizia la lotta contro il
sintomo, che proprio in questo modo cattura la nostra
attenzione e la nostra energia.
E’ encomiabile la costanza con la quale ci ostiniamo a non
voler cogliere, anzi addirittura a voler eliminare i segnali
che il nostro corpo ci invia per metterci al corrente di
qualcosa che non va.
Atteggiamento
non solo diffuso, ma ormai codificato socialmente. Infatti
provate a dire in mezzo ad un gruppo di persone: "Ho un
terribile mal di testa !!!".
Di
questo intervento potete leggere la traduzione in
inglese fatta da FataCarabina la Guida di Colonne
Sonore:
What’s
illness?
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