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Cos'è la malattia ?

Ogni essere umano può riconoscere la propria energia vitale e guarire la propria vita!

Ma, cos’è la malattia ?
E cosa sono la malinconia, la tristezza o la disperazione di vivere ?

In medicina, ed anche nel linguaggio corrente si parla delle più diverse malattie.
Ma malattia e salute sono concetti al singolare, in quanto si riferiscono ad una condizione dell’uomo e non, come invece si usa dire, a organi o parti del corpo.
Il corpo non è mai malato o sano, perché in lui si esprimono semplicemente le informazioni della coscienza.
Il corpo, di sua iniziativa, non fa nulla; esprime invece i messaggi e le informazioni della coscienza.
Il corpo di un uomo vivo deve la sua funzionalità proprio a quelle due istanze immateriali che noi in genere chiamiamo COSCIENZA (anima) e VITA (spirito).
La coscienza rappresenta l’informazione che si manifesta nel corpo e viene resa in questo modo visibile.
La coscienza si comporta nei confronti del corpo come un programma radiofonico nei confronti di chi lo capta.

Poiché la coscienza costituisce una qualità non materiale, autonoma, non è un prodotto del corpo e non dipende dalla sua esistenza.
Quando il polso ed il cuore segnano un determinato ritmo, la temperatura corporea mantiene un certo calore, le ghiandole secernono ormoni ecc.; queste funzioni non prendono certo le mosse dalla materia, ma dipendono tutte da una corrispondente informazione che a sua volte muove dalla coscienza.
Quando le varie funzioni del corpo interagiscono in un determinato modo, si crea un modello che noi sentiamo armonico e che perciò chiamiamo salute.
Se una funzione esce dai binari, mette più o meno in pericolo tutta l’armonia e noi parliamo allora di malattia. Se una persona nella sua coscienza viene a mancare di equilibrio, questa situazione diviene visibile e sperimentabile nel corpo.

E’ solo l’uomo, quindi, che può essere definito ammalato, e non il corpo che diviene sede della manifestazione del male sotto forma del sintomo.

Per chiarire: nelle tragedie in teatro, non è il palcoscenico ad essere tragico, ma il pezzo teatrale.

Per moltissime persone è talmente radicata l’abitudine di ricorrere ai farmaci, ai medici, agli "altri" in caso di dolore e malessere, da non riuscire proprio a concepire l’idea di essere i soli e unici responsabili della propria salute o malattia.
Se il corpo di una persona manifesta un sintomo, questo attira su di sé l’attenzione.
E’ un segnale che calamita attenzione, interesse ed energia, mettendo in discussione tutta la normale esistenza.
Un sintomo, infatti, esige da noi ATTENZIONE, che lo vogliamo o no; e questa interruzione al normale tran-tran che sembra provenire dall’esterno la percepiamo come un disturbo, che naturalmente vogliamo eliminare.

Non vogliamo disturbi, e così inizia la lotta contro il sintomo, che proprio in questo modo cattura la nostra attenzione e la nostra energia.
E’ encomiabile la costanza con la quale ci ostiniamo a non voler cogliere, anzi addirittura a voler eliminare i segnali che il nostro corpo ci invia per metterci al corrente di qualcosa che non va.

Atteggiamento non solo diffuso, ma ormai codificato socialmente. Infatti provate a dire in mezzo ad un gruppo di persone: "Ho un terribile mal di testa !!!".

 Di questo intervento potete leggere la traduzione in inglese fatta da FataCarabina la Guida di Colonne Sonore:
What’s illness?

 

 

 




 

What’s illness?

 

 

 

 

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